GLITTER BOY (IT)
Nel mare magnum della produzione in rima è diventato difficile orientarsi e sentire qualcosa di originale. Chi ha incrociato Glitter Boy sa che è una boccata d’aria in una scena “in gabbia”. Glitter non è un poser, non vede sbarre e per questo è libero; libero di fare uno spogliarello nei suoi live, libero di contorcersi per terra come un punk, libero di scrivere senza cliché né ansie “politically correct”. Riccardo, sconosciuto fuori dal giro dell’underground meneghino, si muove sfacciato tra i banconi della provincia e i bar di una Milano bevuta e (giustamente) sfottuta. In “Glitter Desert”, il suo secondo ep, dopo il leggendario “Glitter Forest”, troviamo riferimenti altissimi e di strada, e in questa vertigine si inseriscono le sue rime sferzanti, che parlano dell’abbattimento del Meazza o dell’umanità variopinta e disperata delle piazze provinciali.
GIULIO PECCI (IT)
Giulio Pecci è editor per musica e notte su Zero Roma e giornalista freelance per Il Tascabile, Esquire, Rolling Stone, Not, DLSO, Griot Mag e tanti altri. La sua attività febbrile si spande anche nell’ambito di organizzazione eventi: con la direzione artistica e la comunicazione per la crew di ODD e come membro fondatore della storica rassegna di jazz popolare Quadraro in Jazz. Dal 2020 inoltre co-conduce con Vittorio Gervasi “JazzHunters” su Radio Raheem, programma che esplora le sonorità del jazz contemporaneo. La sua attività di ricerca e divulgazione culturale affonda nelle musiche afrocentriche, dal jazz all’hip-hop passando per l’elettronica e l’afrobeat(s) – con un focus specifico sull’universo UK. Come dj e selector riesce a riunire tutte queste influenze in set camaleontici. Si passa da selezioni incentrate su sonorità jazz d’avanguardia a quelle dedicate al clubbing più duro, con sonorità prese in prestito da tutto il mondo, pur mantenendo un occhio costante al continente africano.
LESTER MANN (IT)
Lester Mann seleziona musica d’ascolto di impronta dub, stranezze disco, psichedelia e ritmi per danze rallentate e sfrenate, in solo oppure accompagnato dall’armonica di Freddy Amoruso o, ancora, dalla voce ammaliante di Rabii Brahim, con cui ha suonato a Tunisi. Da diversi anni organizza concerti e feste nel sottobosco milanese, attualmente è resident e promoter del party mensile Armonika, ormai una certezza della nightlife meneghina con un programma fisso su Radio Raheem. Con il nome di Lester Laura, in duo, è stato resident per le serate Wan Va in Cox18, Nessuno (Nobodys Indiscipline Party) e ha curato una serie di podcast per Radio Quartiere durante il primo lockdown. Nel 2015 ha curato con KLC la colonna sonora del progetto Guruji di Jude Crilly in occasione della Serpentine Gallery Marathon, registrato al Cafe Oto di Londra.
K^B°B° ORCHESTRA (IT)
𝗞^𝗕°𝗕° cerca un rituale, nuovo e antico allo stesso tempo, dove si suona per danzare e si danza per suonare. Ruba suoni voci movimenti e immagini dalla contemporaneità.
𝗞^𝗕°𝗕° miscela e interroga i confini tra “esotico” e familiare rivelando il lato mostruoso che si cela in ognuno di noi: la sensazione di indossare una maschera la cui docilità è garantita da mal celati rapporti di forza.
𝗞^𝗕°𝗕° esorcizza il mondo, passando a setaccio l’ingranaggio sociale e i gangli che abitiamo, col sorriso beffardo delle “maschere” – ballerini, musici e sciamani – intraprendendo un viaggio della vita in una rappresentazione instabile, arrogante, barocca, mutevole, eppure eterna. / 𝗞^𝗕°𝗕° crea una Festa vera, senza fine, dentro la festa quotidiana poco fine delle nostre vite sacrificate all’altare del consumo. / 𝗞^𝗕°𝗕° offre la possibilità di osservare, esterni, gli effetti di una festa mortale; e al contempo, interni, partecipare al funerale della vita: l’unica tragedia che ci rappresenta e che sarà possibile mettere in scena, condividere e ricordare di noi.
GOODBYE, KINGS (IT)
I Goodbye, Kings sono una band “post jazz rock” nata nel 2012 a Milano. Il debutto “Au Cabaret Vert” (2014) è basato sui dipinti di Toulouse Lautrec e sulle poesie di Rimbaud e Masaoka Shiki. Nel 2016 esce per Argonauta Records l’acclamato “Vento”, ispirato ai miti, alle leggende e alle poesie sul vento. “A Moon Dagherreotype” (2019) ha cercato di riconnettersi con il cielo, attraverso l’antico occhio tradizionale della camera oscura e la tecnica del dagherrotipo. L’ultimo disco, uscito nel 2022 per Overdrive, ha una struttura narrativa basata sul ciclo dell’esistenza e dello svolgimento delle stagioni. “The Cliché of Falling Leaves” conta un unico brano, sulla base di un poema sinfonico, e vede sedici musicisti che hanno collaborato a questa suite di 43’. G,K diventa per l’occasione un’orchestra, illuminando tutto lo spettro post-rock e producendo in aggiunta un concept movie eseguito da ballerini contemporanei.
CUCOMA COMBO (IT)
Cucoma Combo è l’energia bollente della musica panritmica, la danza del risveglio della gioia, lo spazio sperimentale per arrangiamenti ambiziosi e parti improvvisate di fiati colorati. Dall’Africa Nera al Sud America, con loro percorriamo i sentieri del soukuss congolese e del carimbò amazzonico, tra accenti di cumbia colombiana, vibrazioni kalimba e voci tribali. Troviamo tracce seminate di space-funk e afrobeat, con incredibili tastiere acide e un’incantevole voce femminile. La forza del ritmo e in generale l’intero progetto sono guidati da Marco Zanotti, batterista poliedrico e fine percussionista, esperto dell’universo sonoro africano e sudamericano. Con la sua Orchestra Classica Afrobeat ha preso parte con orgoglio a straordinarie collaborazioni con Seun Kuti, Sekouba Bambino e Baba Sissoko, oltre a una prestigiosa partecipazione al Glastonbury.
ARCHIVIO FUTURO (IT)
Archivio Futuro è un trio nato dall’incontro tra Lorenzo BITW e Danilo Menna, producer e musicisti con altre esperienze alle spalle, ai quali si è aggiunto il sassofonista Vittorio Gervasi. Un progetto che da Roma sperimenta la dualità, tra l’acustico e l’elettronico, la musica organica e quella programmata. Un suono psichedelico, fatto di beat house e garage che incrociano traiettorie jazz e prog-rock. Il primo disco, “Archivio Futuro”, è uscito per La Tempesta Dischi.
MUITO KABALLA (DE)
Muito Kaballa è un ensemble con sede a Colonia che trae la sua musica da una varietà di influenze. Afrobeat, jazz, soul, hip hop, samba e rumba sono tra le fonti della loro ispirazione, creando un suono unico che la band chiama Hybrid Grooves. La loro musica è versatile e spazia dal “facile ascolto” al “ricercato”. Tuttavia, per capire veramente cosa intende Muito Kaballa per Hybrid Grooves, bisogna assistere ai loro concerti dal vivo. Con performance ad alta energia, coreografie e incredibili abilità d’intrattenimento, fanno ballare e sudare il pubblico, ma creano anche momenti intimi e meditati di riflessione e canto. Nel complesso, è un giro sulle montagne russe che, come la musica di Muito Kaballa, ha molti colpi di scena e lascia un ricordo indelebile, tanto che la giovanissima band ha già numeri importanti e il loro primo disco è ormai un oggetto di collezione.
DEATH OF AUTOTUNE (D.O.A.)
Death Of Autotune (D.O.A.) è il primo progetto musicale di tre amici della provincia di Brescia: Mr RowBrown, Lyo e Benzo. Questi giovanissimi ragazzi hanno una padronanza musicale incredibile, oltre a una forte coscienza politica e di classe, l’impatto è devastante: tra alternative rap e crossover, creano un mix esplosivo di r’n’b, soul, rock e hip-hop. Dopo i primi singoli hanno pubblicato il primo disco, nel 2022.
LERO LERO (IT)
Lero Lero è un collettivo aperto nato nel 2022, come conseguenza di una profonda immersione nell’archivio di documenti relativi alla musica di tradizione orale siciliana.
A curare il progetto sono Alessio Bondì, Fabio Rizzo e Donato Di Trapani (tastierista di Paolo Nutini), amici e colleghi da anni. Questo continuo scambio artistico li ha portati a compiere l’immersione di cui sopra e a confrontarsi, forse per la prima volta da quando fanno musica, con questioni di natura filosofica e antropologica, riguardo a quello che siamo, al nostro tempo, alla nostra cultura, alla tradizione e alla sua perdita, al gesto artistico come espressione e restituzione ad una comunità la cui eredità “non è preceduta da alcun testamento”, citando René Char. Questo formidabile gruppo si è gia esibito a OSS (Ortigia Sound System) e Mondo Sounds.